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Numero oggetto: FCR14
Titolo:The Prison of Santo Stefano, Cell II
Denominazione oggetto:installazione
Creato da:Biscotti, Rossella (artista) (Molfetta, 1978-12-11)
Data:2011
Descrizione:Sottile lamina di piombo adagiata a pavimento.
Si tratta di un calco del pavimento di una cella del carcere sull'Isola di Santo Stefano, nell'arcipelago delle Isole Ponziane.
Si tratta di un calco del pavimento di una cella del carcere sull'Isola di Santo Stefano, nell'arcipelago delle Isole Ponziane.
Note storico-critiche:"Il progetto 'The Prison of Santo Stefano' è basato su una ricerca sulla situazione detentiva. Partendo dalle condizioni generali di un detenuto, Biscotti analizza gli effetti psicologici dell'isolamento, mirato a distruggere ogni facoltà fisica e intellettuale. Il progetto è stato sviluppato all'interno della prima prigione costruita per gli ergastolani, e che aprì i battenti nel 1793 sull'isola di Santo Stefano, a 50 chilometri dalla costa italiana. La prigione è un panopticon che ricorda il teatro lirico di San Carlo, a Napoli. La struttura panottica, ideata dal riformista sociale Jeremy Bentham (1748-1832), incarna il desiderio del potere istituzionale di punire il prigioniero e annullarne l'identità con la costante sensazione di essere controllato.
Come in opere precedenti quali 'Il Processo' (2010-11), le sculture nascono da calchi di alcune parti specifiche dei pavimenti della prigione, che ne simboleggiano le limitazioni fisiche ed esistenziali. Le sculture sono realizzate in lamine di piombo, e con un processo che ne implica il trasporto da e verso l'isola.
Per fissare questo concetto, Biscotti ha realizzato dei calchi di alcuni segmenti spaziali dei pavimenti della prigione su lamine di piombo e ha documentato il processo con una videocamera a 8 mm, che ha svolto le funzioni di diario. Il materiale grezzo, trasportato sull'isola, appiattito e poi riportato sulla terraferma, rappresenta le condizioni esistenziali dei detenuti, a livelli diversi: ne sottolinea le pesanti fatiche fisiche, simboleggia i segni permanenti che a volte la prigione lasciava sul loro corpo ed evoca la sensazione concreta delle limitazioni spaziali della prigione."
(Brochure della mostra "Rossella Biscotti - L'avvenire non può che appartenere ai fantasmi", Museion, 31.01.2015 – 25.05.2015, pag. 7)
Come in opere precedenti quali 'Il Processo' (2010-11), le sculture nascono da calchi di alcune parti specifiche dei pavimenti della prigione, che ne simboleggiano le limitazioni fisiche ed esistenziali. Le sculture sono realizzate in lamine di piombo, e con un processo che ne implica il trasporto da e verso l'isola.
Per fissare questo concetto, Biscotti ha realizzato dei calchi di alcuni segmenti spaziali dei pavimenti della prigione su lamine di piombo e ha documentato il processo con una videocamera a 8 mm, che ha svolto le funzioni di diario. Il materiale grezzo, trasportato sull'isola, appiattito e poi riportato sulla terraferma, rappresenta le condizioni esistenziali dei detenuti, a livelli diversi: ne sottolinea le pesanti fatiche fisiche, simboleggia i segni permanenti che a volte la prigione lasciava sul loro corpo ed evoca la sensazione concreta delle limitazioni spaziali della prigione."
(Brochure della mostra "Rossella Biscotti - L'avvenire non può che appartenere ai fantasmi", Museion, 31.01.2015 – 25.05.2015, pag. 7)
Materiale:piombo
Tecnica:laminato
Dimensioni:
- opera lunghezza: 500 cm
opera larghezza: 222 cm
Descrizione fisica:Lamina di piombo